Il 6 ottobre, la radio ha spento 100 candeline. Ne è passato di tempo da quando Guglielmo Marconi riuscì con successo a effettuare le prime trasmissioni senza fili. Cosa è cambiato da allora?
Nel corso dei decenni la tecnologia ha compiuto una straordinaria evoluzione e la radio contestualmente si è guadagnata il traguardo di essere divenuta uno dei mezzi di comunicazione tra i più longevi e sicuramente tra i più influenti, che sia riuscito a contrastare lo scorrere dei decenni.
Ai suoi albori la radio divenne l’innovazione che entrando nelle case degli italiani diffondeva informazione e intrattenimento. Per l’epoca fu davvero un evento straordinario che potremmo paragonare solo all’avvento di internet.
Ben presto divenne il principale mezzo di intrattenimento, con programmi di grande successo che riunivano le famiglie nell’ascolto. Oltre ad aver assunto il ruolo di strumento politico, diffuse cultura, coinvolgendo ad esempio intellettuali e scrittori del tempo tra cui Gabriele D’Annunzio e Luigi Pirandello, che contribuirono alla nascita di una nuova forma di letteratura radiofonica.
Nemmeno la comparsa nel 1954 della televisione, che molti avevano già definito il killer della radio, riuscì a scalfirne il fascino distogliendo i suoi affezionati seguaci. Anche se la TV con l’avvento delle immagini venne accolta come una novità che avrebbe aperto nuovi scenari sul futuro della comunicazione (come in realtà accadde), la radio non solo è riuscita a resistere alla concorrenza televisiva, ma ha saputo conservare quel legame indissolubile con il suo ascoltatore.
Le sue atmosfere impossibili da replicare fatte di suoni, melodie e voci, andavano di volta in volta a solleticare l’immaginario collettivo, senza avere il bisogno di alcun supporto visivo. La sua capacità di connettere le persone a livello nazionale e internazionale ha contribuito inoltre a plasmarla nel corso del tempo, come parte integrante del tessuto sociale e culturale.
La radio non arresta la sua evoluzione
Se apparentemente la radio sembra fare parte ormai di un’epoca lontana, ecco invece essere coinvolta in un inarrestabile processo evolutivo. La sua tecnologia ormai catapultata nell’era digitale, la vede essere alle prese con la digitalizzazione. Pertanto le trasmissioni nate nel formato FM e AM, le troviamo attualmente essere ormai affiancate da quelle in DAB (Digital Audio Broadcasting).
Nel tempo la radio anziché rivolgersi a un vasto pubblico ha iniziato a mirare a nicchie di ascoltatori, offrendo un intrattenimento talvolta più discreto divenendo quasi una vera e propria “compagnia” per gli utenti riuscendo a trasmettere loro un senso di appartenenza e comunità. La capacità di integrarsi nei nuovi modelli di fruizione ha fatto sì che la radio mantenesse un ruolo centrale nella vita delle persone, sia durante i tragitti in auto, sia nei momenti di relax domestico, durante l’attività sportiva, o sul lavoro.
La presenza sempre più massiccia di internet nelle nostre vite ha visto la nascita delle web radio, che sfruttano la rete per raggiungere nuovi ascoltatori in ogni parte del mondo. Qui la radio ha accettato senza battere ciglio la sfida rappresentata dai podcast, dalle nuove piattaforme digitali e dai più svariati servizi di streaming, proprio servendosene a suo favore, piuttosto che contrastarle.
Quali i possibili scenari futuri per la radio
L’integrazione con l’intelligenza artificiale e la personalizzazione dei contenuti, potrebbe rivoluzionare ulteriormente la radio con algoritmi che andranno a suggerire programmi, playlist musicali e talk show in base alle preferenze dell’ascoltatore, creando un’esperienza radiofonica sempre più su misura.
In un mondo dominato da immagini e video la radio, paradossalmente, continua a essere moderna e pronta a nuove evoluzioni, senza mai perdere il suo fascino dove la parola, la musica e il suono mantengono un un’attrattiva unica e insostituibile per gli ascoltatori. A cento anni dalla sua nascita la radio continua a reinventarsi e adattarsi ai tempi senza perdere mai la sua affascinante anima.