
Non è corretto chiamarla Festa della Donna, perché l’8 marzo è una ricorrenza internazionale istituita ufficialmente dall’ONU nel 1977 con il nome di Giornata internazionale della donna, per sottolineare l’importanza della lotta per i diritti delle donne e delle loro conquiste.
I temi da ricordare e da ribadire sempre, ma in particolare in questo giorno sono: l’uguaglianza di genere in tutti settori e i contesti, i diritti riproduttivi, il superamento di ogni forma di discriminazione e di violenza contro le donne.
La motivazione alla base di questa ricorrenza non è quella di una festività, bensì di una riflessione. Non dobbiamo dimenticare che, purtroppo, esistono paesi dove le donne ancora non possono votare e nemmeno studiare, oppure dove vengono vendute e trattate come schiave.
È importante, quindi, che in questa giornata si levi una voce comune di tutte le donne e di tutti gli uomini intelligenti e sensibili, per tenere alta l’attenzione dei media e delle istituzioni sui temi fondamentali.

Per ricordare un po’ la storia dobbiamo pensare che, solo un secolo fa, le donne, salvo rarissimi casi, non studiavano e non erano occupate al di fuori delle mura domestiche. Le poche donne che lavoravano lo facevano in maggioranza nelle fabbriche, dove venivano sfruttate, con orari pesanti e stipendi di molto inferiori a quelli degli uomini e, come ben sappiamo, non avevano diritto di voto, quindi era quasi impossibile riuscire a cambiare le cose.
Eppure il coraggio delle donne le spinse ad iniziare ad organizzarsi per avere più diritti, con azioni a dir poco eroiche come le marce per le strade e gli scioperi della fame. La data dell’8 marzo si fa risalire proprio a due episodi accaduti entrambi nel mese di marzo agli inizi del secolo scorso: uno è stato il drammatico incendio di una fabbrica tessile di New York nel quale persero la vita circa 130 donne, che erano state chiuse nello stabilimento proprio per non farle scendere nelle strade a protestare, così rimasero intrappolate senza potersi salvare. L’altro fu la famosa Marcia delle donne di San Pietroburgo per il pane e per la pace, una manifestazione con una partecipazione di donne così numerosa come non si era mai vista.

È bello quindi che l’8 marzo le donne si sentano vicine fra di loro, festeggiando anche, ma trovando momenti di riflessione, ed è bello che i loro compagni, fratelli, amici, mariti le sostengano e le omaggino simbolicamente con piccoli pensieri e fiori, le mimose in particolare, che sono diventate il simbolo di questa giornata da quando (nel 1946) l’ex partigiana Teresa “Chicchi” Mattei che scelse questi fiore giallo considerato popolare e alla portata di tutti, rispetto ad altri fiori più sofisticati e costosi, percéh cresceva sulle piante agli inizi di marzo spontaneamente, e per questo considerato popolare e alla portata di tutti, rispetto ad altri fiori più sofisticati e costosi. Una scelta dettata anche dal fatto che, all’indomani di due guerre mondiali, l’Italia era stata messa a dura prova dal punto di vista economico e sociale. Teresa Mattei, che durante la sua militanza da partigiana aveva subito violenze e torture, ricordò che “la mimosa era il fiore che i partigiani regalavano alle staffette. Mi ricordava la lotta sulle montagne e poteva essere raccolto a mazzi e gratuitamente”.

Che l’8 sia l’occasione per onorare tutte le donne che ogni giorno con la loro Energia, la loro Dolcezza, la loro Intelligenza, la loro Forza e Generosità rendono il mondo un posto migliore.
Auguri di San Valentino da:

