
Secondo appuntamento stagionale al Teatro Bernini di Ariccia – per la direzione artistica di Giacomo Zito e con il contributo economico del Comune di Ariccia, nell’ambito delle iniziative di “Ariccia da amare” – dove domenica 23 novembre è andata in scena una delle proposte più intense e coinvolgenti della stagione di prosa: la compagnia Giglio / Prosperi ha infatti presentato uno spettacolo che ha unito, con sorprendente equilibrio, ironia e dramma, affrontando in profondità il tema della depressione, definita “male del secolo”, attraverso le vicende quotidiane di una giovane coppia.
I protagonisti sul palco, Marta e Pietro, sono due trentenni precari in un mondo che corre troppo veloce e hanno conquistato il pubblico con la loro umanità fragile e vera capace di empatizzare con la realtà di tanti degli spettatori. Lei, scrittrice in cerca di affermazione, è costretta a scrivere articoli trash per sbarcare il lunario vivendo una frustrazione tutt’altro che nascosta; lui, ex pony bike licenziatosi dopo un incidente sfiorato, è intrappolato in una tesi di dottorato sulla lentezza che non riesce mai a completare e che diventa una metafora dell’indugiare per non cambiare.

Con una regia asciutta e attenta ai dettagli, il racconto si è sviluppato in un’alternanza pesata e misurata di toni leggeri e momenti di autentico struggimento, restituendo il senso di smarrimento di una generazione in bilico tra ambizione e impotenza e chiamata a dare delle risposte spesso senza conoscere neanche le domande, soprattutto quelle che vengono da un interiore e da un inconscio che cerca di emergere ma non può essere liberamente ascoltato.
Il pubblico di Ariccia ha seguito con empatia, ridendo amaramente e riflettendo sulle nevrosi di una società che non concede pause. Un testo attuale, interpretazioni intense e una messa in scena essenziale hanno fatto di questa serata un appuntamento teatrale prezioso.
La stagione teatrale del “Bernini” prosegue domenica 14 dicembre alle ore 18 con “Nannarè”, intensa novità italiana scritta da Giulia Ricciardi e diretta da Patrizio Cigliano. Lo spettacolo sarà un omaggio alle vittime di femminicidio, capace di intrecciare parole, emozioni e denuncia sociale in un racconto coinvolgente e toccante. Un appuntamento da non perdere per chi crede nel valore del teatro civile come spazio di riflessione e consapevolezza collettiva.










