Contatti
Claudia Moretta-
18/11/2025

Bonus mamma 2025: come richiederlo e perchè serve andare oltre

Un sostegno economico per le lavoratrici con almeno due figli o figlie,
ma anche un’occasione per riflettere su nuove politiche di parità che tutelino tutte le donne, madri e non madri, nel mondo del lavoro.

pexels-jep-gambardella-6212712

Il bonus mamma 2025 è un aiuto economico pensato per sostenere le lavoratrici madri con almeno due figli o figlie. È un contributo mensile di 40 euro, per un totale massimo di 480 euro l’anno, destinato a chi ha un reddito da lavoro inferiore a 40.000 euro. La misura è valida fino a dicembre 2025 e punta a sostenere la genitorialità, soprattutto in un periodo in cui conciliare lavoro e famiglia resta una sfida complessa.

Chi può fare domanda

Possono richiedere il bonus le lavoratrici dipendenti (pubbliche e private) e autonome, escluse le lavoratrici domestiche. È necessario avere due o più figli o figlie a carico e risultare occupate al momento della domanda.
Il beneficio è riconosciuto indipendentemente dall’ISEE e non concorre all’IRPEF, quindi non incide sul reddito imponibile.

Come presentare la domanda

La richiesta si effettua in pochi passaggi:

  1. Accedere al portale INPS con SPID, CIE o CNS.
  2. Entrare nella sezione dedicata al “Bonus mamme lavoratrici 2025”.
  3. Compilare il modulo con i dati anagrafici e familiari, allegando l’autocertificazione dei figli o figlie a carico.
  4. Inviare la domanda entro il 9 dicembre 2025.
Chi matura i requisiti tra il 10 e il 31 dicembre potrà presentarla entro 31 gennaio 2026.

Il pagamento sarà effettuato in un’unica soluzione a dicembre 2025 (o entro febbraio 2026 per le richieste tardive).

Un aiuto utile, ma non per tutte

Pur rappresentando un passo importante nel sostegno alla maternità, il bonus lascia scoperte molte situazioni. Oggi, ad esempio, non sono incluse le lavoratrici con un solo figlio o una sola figlia, che spesso affrontano le stesse difficoltà economiche e organizzative. Estendere la misura anche a loro significherebbe riconoscere la complessità della genitorialità in ogni forma, senza distinzioni numeriche.

Verso politiche più inclusive

Accanto agli incentivi per chi diventa genitore, serve però una visione più ampia. È fondamentale che le donne che non sono madri, per scelta o per circostanze della vita, non vengano penalizzate sul lavoro.
Le politiche per la parità dovrebbero garantire a tutte le donne — madri e non madri — gli stessi diritti, stipendi equi e pari opportunità di carriera rispetto agli uomini. Sostenere la genitorialità è un dovere sociale, ma promuovere la piena uguaglianza nel mondo del lavoro è la vera sfida culturale che l’Italia deve ancora vincere.