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Lidano Orlandi-
15/05/2025

Case a 1 euro per il rilancio dei borghi italiani: come funziona e quali opportunità offre

Il progetto “Case a 1 euro” rappresenta una nuova speranza per i piccoli borghi italiani

La proposta di vendere case a 1 euro nasce con l’intento di ripopolare i borghi italiani che rischiano di scomparire a causa del calo demografico e della mancanza di opportunità. Questo progetto consente di acquistare abitazioni fatiscenti a un prezzo simbolico, a condizione che l’acquirente si impegni a ristrutturarle.

La ristrutturazione non solo darà una nuova vita agli immobili, ma avrà anche un impatto positivo sull’economia locale, poiché l’acquirente dovrà acquistare materiali e manodopera dalle realtà economiche del borgo. Un processo che coinvolge tutta la comunità, incentivando anche l’economia locale.

Il progetto delle case a 1 euro è partito dalla Sicilia nel 2008, con il comune di Salemi che è stato il primo ad avviare questa iniziativa. Successivamente, il progetto si è esteso a tutta Italia, dai piccoli borghi montani del Piemonte alle località costiere della Sardegna.

In particolare, borghi come Borgomezzavalle, in Piemonte, hanno attirato acquirenti da Milano, dalla Svizzera e da altre città, dimostrando come il fenomeno non riguardi solo i residenti locali, ma anche turisti e investitori esteri.

Chi desidera partecipare a questa iniziativa deve rispettare alcuni requisiti specifici. Per esempio, gli acquirenti devono impegnarsi a ristrutturare l’immobile entro un anno e a iniziare i lavori entro due mesi dal ricevimento dei permessi. Non esistono limiti di reddito o di patrimonio: chiunque può acquistare, sia i privati che le ditte che desiderano creare strutture turistiche.

Le amministrazioni locali offrono bandi pubblici che permettono a chiunque di partecipare, aprendo così le porte anche a cittadini e imprenditori stranieri.

Il fenomeno del lavoro da remoto, accelerato dalla pandemia, ha avuto un impatto significativo sul ripopolamento dei piccoli centri. I cosiddetti “city quitters”, giovani professionisti che abbandonano le grandi città per trasferirsi in borghi più piccoli, stanno contribuendo al rinnovamento delle aree montane e costiere. Grazie allo smartworking, questi individui possono lavorare da qualsiasi parte del mondo, e molti scelgono di farlo immersi nella tranquillità della natura.

L’iniziativa delle case a 1 euro rappresenta una speranza concreta per i borghi italiani in difficoltà. La combinazione di incentivi fiscali e la possibilità di usufruire di lavoro remoto potrebbe portare alla nascita di nuovi progetti economici e turistici in questi luoghi storici.

I piccoli borghi potrebbero tornare ad essere luoghi vitali e prosperi, non solo per i residenti ma anche per coloro che decidono di trasferirsi, a condizione che l’iniziativa venga continuamente monitorata e sostenuta a livello locale e nazionale.

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