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Una Stanza tutta per noi

Virginia Bruffa

Cicatrici invisibili

14/12/2023

Spesso la violenza di genere è associata solamente alla violenza fisica, tuttavia, comprende anche un aspetto altrettanto dannoso, ma meno evidente alla vista: la violenza psicologica.

(Foto pexels di Alex Green)

L’opportunità di occupare questo spazio ha subito acceso in me l’idea di poter parlare di un tema così delicato. Mi rattrista sentire, all’interno dei colloqui con le donne vittime di violenza, ‘’Chissà quante ne vedrete qui, forse sto togliendo tempo a qualcuna che potrebbe averne più bisogno’’. Come se, nell’idea comune, le forme di violenza avessero pesi diversi. Pertanto, spero che questo contributo possa permettere anche a chi ci legge di soffermarsi su come la violenza psicologica sia spesso meno visibile della violenza fisica, ma altrettanto distruttiva e debilitante.

“Se continui a comportarti in questo modo, vedrai cosa succederà.”

“La tua famiglia è tossica. Non dovresti più vederli.”

“Nessuno ti amerà mai quanto me, perché sei insignificante.”

“Se mi amassi davvero, non metteresti mai in discussione le mie decisioni.”

Queste frasi sono solo esempi, frasi che ascoltiamo spesso, narrate dalle donne che incontriamo. Esse sono espressione di come le parole possono essere utilizzate per minare l’autostima e il benessere emotivo delle persone. La violenza psicologica si basa su tattiche manipolative e coercitive per ottenere il controllo sulla compagna/fidanzata/figlia. Definita anche come abuso emotivo o coercizione mentale, si manifesta attraverso una serie di comportamenti volti a minare la salute mentale e l’autostima di una persona. Questi comportamenti possono includere minacce, umiliazioni, isolamento sociale, controllo e manipolazione emotiva.

Purtroppo la violenza psicologica nella violenza di genere ha radici profonde nelle strutture culturali e sociali che spesso perpetuano disuguaglianze di genere. Inoltre, i media e la cultura popolare spesso normalizzano comportamenti dannosi, rendendo difficile riconoscere la violenza psicologica, minimizzando il loro vissuto. Ciò rallenta il processo di consapevolezza e si fa più difficoltà ad individuarlo, per chi non ha gli strumenti adatti. 

La violenza psicologica può assumere molte forme, tra cui:

  • Minacce: Le minacce possono manifestarsi in forme dirette o indirette, come la minaccia di causare danni fisici o danneggiare la carriera della persona coinvolta o dei suoi cari. Questo comportamento mira a generare paura e a mantenere il controllo, spingendoti a conformarti per evitare le conseguenze temute, come minacce sulla perdita della responsabilità genitoriale ‘‘se dirai qualcosa, ti toglieranno i figli’’. Tuttavia, portare alla luce una dinamica di violenza non espone a questo tipo di ritorsione; anzi, rientra nella tutela del benessere dei tuoi figli.
  • Isolamento sociale: L’aggressore tende a isolare la vittima dal sostegno sociale, riducendo i contatti con amici, familiari o colleghi, e rendendola dipendente unicamente da lui per il supporto emotivo. Questo isolamento limita le risorse esterne della donna, spingendola a sentirsi smarrita nel momento in cui decide di allontanarsi e cerca aiuto. Per fortuna esistono risorse come le case rifugio. Se ci si rivolge alle forze dell’ordine segnalando di non sapere dove andare, verrà offerta una sistemazione inizialmente temporanea. Successivamente, in collaborazione con centri e servizi competenti sul territorio, verrà elaborato un progetto specifico, per garantire un supporto continuo e mirato.
  • Umiliazioni e insulti: Gli insulti e le umiliazioni sono strumenti dolorosi utilizzati per indebolire la percezione che hai di te stessa. Le continue critiche e le derisioni sono progettate per farti sentire inferiore, indegna di amore e rispetto. Questo attacco costante all’autostima può far sì che tu cominci a credere di non valere abbastanza, ma non è così. Questo ciclo dannoso instilla nel tempo una visione distorta di te stessa, impostata dall’aggressore, ma non rappresenta la realtà. Con il giusto sostegno, puoi ridirezionare la responsabilità verso l’aggressore e recuperare fiducia in te stessa. L’aggressore non è la tua metà mancante perché, essendo individui completi, non siamo frutti da poter tagliare a metà, ma persone autonome. Sono le tue qualità e la tua integrità che ti rendono intera e preziosa, non l’opinione dannosa di chi cerca di abbatterti.
  • Controllo finanziario: L’aggressore può esercitare il controllo sulle tue finanze in vari modi, sia limitando o monitorando direttamente le tue risorse finanziarie, che richiedendo disponibilità costanti di denaro contante o costringendoti ad assumere società o debiti senza il tuo consenso. Il mancato accesso, limitato o totale, alle tue risorse economiche potrebbe essere un segnale di questa forma di violenza. Questo controllo finanziario non solo rende la persona dipendente economicamente dall’aggressore, ma limita anche la sua indipendenza finanziaria, creando una situazione in cui diventa difficile prendere decisioni finanziarie autonome. È importante riconoscere queste dinamiche come segnali di abuso finanziario e cercare il supporto necessario per proteggere la propria autonomia e sicurezza finanziaria.
  • Manipolazione emotiva: L’aggressore spesso utilizza la manipolazione emotiva per far sentire la vittima responsabile degli abusi subiti. Può attribuire la colpa alla reazione della donna, dicendo, ad esempio: “Se non avessi reagito in quel modo, non sarebbe successo nulla.” Questo tipo di manipolazione mira a confondere la vittima, facendole credere che sia responsabile dell’abuso subito, rafforzando così il controllo dell’aggressore sulla situazione. In realtà, l’unico responsabile dell’abuso è l’aggressore, e riconoscere questa manipolazione è il primo passo verso la preservazione della propria autonomia e del proprio benessere emotivo.

Se senti di esserti individuata in uno degli esempi, o sei consapevole di esserne vittima, contatta il 1522 e rivolgiti al centro anti violenza più vicino a te. Le conseguenze della violenza psicologica possono essere profonde e durature. Le vittime possono sviluppare problemi di salute mentale, tra cui depressione, ansia e disturbi post-traumatici da stress. Inoltre, la violenza psicologica può compromettere la fiducia e l’autostima della vittima, rendendo difficile uscire da una relazione abusiva.

Inoltre, è cruciale aprire un dialogo su questo tema, coinvolgendo figli, nipoti, amici e tutta la comunità. Semplicemente parlandone, in famiglia, nelle scuole e nelle attività sportive. Le strategie di prevenzione richiedono educazione e sensibilizzazione sulle dinamiche della violenza di genere. Promuovere modelli di relazioni sane basate sul consenso e il rispetto reciproco è essenziale. È fondamentale iniziare fin da piccoli, educando sul valore del rispetto e della gentilezza, non solo per sostenere il genere femminile, ma per aiutare chiunque, indipendentemente dal genere o dall’età, a sviluppare relazioni sane e rispettose. Questo tipo di educazione aiuta a creare una società più consapevole e inclusiva, promuovendo un ambiente in cui ciascuno possa sentirsi al sicuro e rispettato.

Dott.ssa Virginia Bruffa