Contatti
Redazione-
13/04/2025

Grande successo per la presentazione del libro di Pietro Perone ai Magazzini Teatrali a Velletri

Da sin. Antonio Di Trento, Pietro Perone e Ottavia Lavino

Presso “I Magazzini Teatrali” (ex Teatro di Terra) di Velletri, l’Agenzia Wintime Events & Communication, in collaborazione con l’Associazione culturale “Teatro della luce e dell’ombra” e il patrocinio del Comune di Velletri,  venerdì 4 aprile ha presentato  il libro di Pietro Perone “Pino Daniele. Napoli e l’anima della musica, dal Mascalzone latino a Giogiò”. Un’opera con la quale si è voluto ripercorrere la storia di Pino Daniele, attraverso le preziose testimonianze delle persone a lui più vicine e i ricordi di Amanda Bonini, sua ultima compagna.

Ottavia Lavino e il sindaco Ascanio Cascella

Con l’autore hanno dialogato Ottavia Lavino, direttore di Nonsolorosa, e il giornalista Antonio Di Trento. Sono state due ore di autentica emozione, durante le quali, il numeroso pubblico presente, è rimasto letteralmente “rapito” dal racconto di Pietro Perone mentre dipingeva il ritratto del Pino Daniele Uomo, oltre l’immenso artista. Nel libro emerge con forza l’amore tormentato di Pino Daniele per Napoli.

Un viaggio nella Napoli di ieri e di oggi attraverso brani che continuano a parlarci del presente. Le “carte sporche” della città amata e criticata, senza mai perdere la speranza nel cambiamento. Il racconto dei luoghi, sospesi tra colera e terremoto, in cui lo straordinario artista trova ispirazione per le prime, intramontabili, canzoni di sferzante denuncia. Poi lo storico concerto del 1981 con 200mila giovani arrabbiati e sognanti, ma anche le tante delusioni patite in una metropoli rivelatasi troppo spesso “matrigna”. Motivo per il quale Pino Daniele sceglie di allontanarsi da Napoli.

da sin. Antonio Di Trento, Pietro Perone, Michele Ranieri, Ottavia Lavino e Carlo Micheli

Come racconterà nella sua canzone più celebre “Napule è”, Pino Daniele ha da sempre provato nei confronti della sua città, Napoli, un amore tormentato. Leggendo il testo, si capisce bene che quelle parole, che ogni napoletano conosce a memoria, sono un’appassionata dichiarazione d’amore, ma di un’amante che conosce bene i difetti dell’amata: “Napule è nu sole amaro, Napule è addore ‘e mare. Napule è ‘na carta sporca e nisciuno se ne importa e ognuno aspetta a’ ciorta”. A’ ciorta, ossia la sorte. Come a dire che a Napoli si vive nella rassegnazione, in una perenne attesa di una soluzione ai problemi.

Il tempo non aveva addolcito questa sua opinione, e in un’intervista al Corriere, il cantautore fu ancora più duro nei confronti della sua città: “Io non sono figlio di Napoli… io mi sento un figlio del Sud, un garibaldino. Da quando ho l’età della ragione ad oggi non è cambiato niente, anzi la situazione è peggiorata. Ma non voglio pensare che non ci sia più la speranza. Una speranza che purtroppo si riaccende soltanto quando salta fuori qualcuno: una volta è spuntato Maradona, una volta Troisi, una volta Pino Daniele… Purtroppo è un popolo che ha bisogno sempre di un re. O di un Masaniello”. A proposito di Maradona, anche il rapporto con la squadra di calcio non è mai stato ostentato. Nel mega concerto del 1987 per celebrare il primo scudetto al San Paolo c’erano quasi tutti i più popolari cantanti partenopei, ma non lui che al calcio preferiva la scherma o la pallanuoto.

Michele Ranieri chitarra e voce e Carlo Micheli sax

Quando decise di lasciare Napoli, per vivere tra Roma e la Toscana, non immaginava neanche all’immenso vuoto che andava a lasciare tra i suoi sostenitori. Quando tornava nella sua città ogni concerto si trasformava in un trionfo.

 Però anche nelle ore successive alla sua scomparsa questo rapporto tormentato è riaffiorato con i figli da una parte che hanno deciso che i funerali si tenessero a Roma “perché noi siamo nati e viviamo qui” e il fratello Carmine che ha invece dichiarato:  “Noi fratelli avremmo voluto che i funerali fossero a Napoli: Pino è un pezzo di quella città”.

Come tutti gli amori tormentati, però, quello fra Pino Daniele e Napoli è stato un amore vero di cui lui si è imbevuto fin da ragazzino, quando andava al porto dove sbarcavano quei marinai americani che portavano con sè il blues, la musica che lui ha saputo trasfondere nella grande tradizione melodica partenopea, creando uno stile che lo ha reso un artista unico, capace di emozionare i cuori non solo dei napoletani, ma di tutti gli italiani.