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Barbara Gazzabin-

             “L’arte singolare al femminile”

Senza peccare di eufemismi o di falsi stereotipi “L’Arte singolare al femminile” di Katia Anna Trombetti, spettacolo teatrale di domenica 7 maggio alla Casa delle Culture, è una storia delicata e struggente, poetica e tragica come spesso è la vita. È una storia d’amore incondizionato per la Libertà, quella che ci spinge a inseguire i nostri sogni e le nostre passioni.

È la voce di un’intera generazione di donne fragili e forti allo stesso tempo, donne che sanno di dover affrontare difficoltà di ogni genere, perché il successo, la fortuna e la felicità di solito non bussano alla porta, bisogna inseguirle stringendo i denti.

Spesso si trascorre una vita scalando i tacchi vertiginosi di un ideale femminile tra modelli preconfezionati, aspettative ed esigenze familiari barcollando come funambole tra passi falsi, orme ignote,inciampi e ostacoli. Un cammino tra ferite e cadute, ma anche rocambolesche risalite con la voglia e la capacità di riscattarci.

Fiorella Mammucari

Un racconto coinvolgente, un capolavoro scenico scolpito nell’aria, dove la realtà supera di gran lunga la fantasia, ricco di sorprese in cui prendono vita i vari personaggi che mettono insieme le pulsioni, la vitalità, il desiderio di essere soltanto sé stessi, liberi di poter gridare al mondo la loro stessa ragione d’esistere. Ecco dunque che la “Libertà” diventa il tema di fondo di tutta l’opera. Una tematica universale che ha l’ambizione dell’eternità, abbracciando generazioni tra passato e presente, narrata attraverso gli occhi di chi ancora si deve misurare con l’incubo della violenza, della malattia, del dolore e della morte.

Piccole grandi storie intrise di musica e di poesia per rivivere con forti vibrazioni il pathos di un’avventura fuori dal tempo. A presentarle un’impeccabile Fiorella Mammucari.

L’incipit struggente e suggestivo è una “dedica” della regista A.K.Trombetti alla compianta Romina Trenta, a cui è intitolato l’Auditorium, come ringraziamento per aver creduto e appoggiato il progetto, mentre la soprano R. Polverini intona un brano di Mozart con M. Giordani al piano e C. Mancuso legge “Un racconto per Romina” davanti alla sorella M. Trenta che ascolta in silenzio come testimone in diretta. E’ la volta dunque di D. Di Renzo che legge brani di V. Woolf dal libro “Una stanza tutta per sé” e con Francesca Trenta, noto personaggio folk, interpretano insieme “una canzone per la libertà” scritta da Ennio Morricone, con balli canti e l’immancabile tamburella creando un’atmosfera surreale.

Alle Arti e ai mestieri nel tempo è dedicato uno spazio speciale che raggruppa passato e presente con figure professionali moderne come la fotografa di viaggio F. Bullet e la collega S. Bucci e mestieri più antichi come l’arte del Mosaico di Rossella del Bene e del Ricamo di G. Ceraso. Al coraggio di essere donne malgrado tutto è dedicata la biografia di due artiste ante litteram: Virginia Vezzi e Juana Romani che hanno saputo conquistare un posto al sole quando per le donne era notte fonda.

Conclude la piéce uno stupendo cortometraggio dal titolo “Baraye” di S.Hajipour dedicato a Mahsa Amini morta per la libertà contro la dittatura in Iran, episodio sconvolgente che però ha scatenato una ribellione ostinata ancora attuale. Un docufilm di grande suggestione curato dalla regista K.Trombetti, con le riprese e il  montaggio di P. Ronsini e la partecipazione di C.Mancuso, V. Carapellotti e C.Picca al violino, mentre tutto il servizio fotografico è di E.Elisei.

L’intero apparato fotografico con le opere realizzate dalle allieve del Liceo artistico e dell’Accademia delle Belle Arti selezionate per l’evento saranno esposte alla Sala delle Lapidi dal 22 maggio così che potranno far conoscere i loro lavori e il loro impegno.

Seguono i ringraziamenti di rito e tantissimi applausi da parte di un pubblico numeroso e anche da parte delle autorità intervenute che si dicono soddisfatte del lavoro svolto in questo quinquennio anche grazie a iniziative coraggiose come questa. La nostra amata Katia chiude così un ciclo iniziato nel 1918 con “Di sesso femminile” e portato avanti in questi anni per rendere omaggio all’essere donna, alle capacità artistiche, alla libertà di scelta, alla voglia di continuare a lottare creando.