Dal 29 maggio al 31 ottobre del 1744 Velletri ed il suo territorio furono teatro di episodi bellici che videro fronteggiarsi, nel contesto della c.d. Guerra di successione austriaca, questo esercito con quello ispano-napoletano. Nel volume La guerra di Velletri di Francesco Sforza Cesarini del 1881 sono riprodotti in litografia tutti gli affreschi di villa Antonelli rappresentanti i fatti più salienti di quella che venne definita la Guerra di Velletri, episodio conclusivo della guerra di successione austriaca.
La guerra venne vinta da Carlo III che riuscì a respingere l’attacco dell’esercito austriaco comandato dal principe Cristiano di Lobkowitz; ritiratisi i due eserciti Velletri dovette faticare non poco per eliminare quegli sbandati di entrambe le parti che, divenuti briganti, avevano preso a razziare nella nostra campagna. Un importante contributo a questi avvenimenti è il prezioso articolo di Ilaria Sgarbozza dedicato a L’ “Armato” soggiorno di Carlo di Borbone a Velletri nei dipinti murali della villa Antonelli (1763-1768). Storia e Arcadia a confronto pubblicato su “Bollettino d’Arte” del Ministero per i Beni e le Attività Culturali del luglio-dicembre 2003 con le stupende fotografie realizzate da Antonella Pace.
Dopo aver ricordato che la città di Velletri, lambita dalla via Appia agli inizi del Settecento era la porta d’ingresso alle Paludi pontine focalizza, tra le nutrite schiere del patriziato, la famiglia Antonelli per i suoi natali più antichi.
Da qui è tutto un susseguirsi di interessanti notizie, relative ai due eserciti contrapposti dividendo il succedersi degli scontri nei quattro pannelli riprodotti facenti parte, appunto, della c.d. “Sala dell’Armata” a villa Antonelli.
Un ulteriore fondamentale apporto è quello della studiosa Sgarbozza relativo alla attribuzione di detti dipinti murali più che al francese Adrien Manglard (1695-1760) al romano Giovanni Reder (1693-1765) entrambi appartenenti alla nutrita schiera dei “cronisti” attivi a Roma e nel territorio laziale per buona parte del Settecento. Nella elaborazione delle scene militari, precisa ancora, i riferimenti si ampliano «fino a comprendere l’assimilazione della maniera del tedesco Christian Reder (1661-1729) padre di Giovanni».
Nel 1994, in occasione del 250° anniversario di questa memorabile battaglia, il prof. Adeo Viti organizzò un Seminario di Studi; a completamento di questa rievocazione venne messo in scena il dramma storico in tre atti Il lume Eterno di Paolo Maola, con bozzetti di Manlio Rondoni, narrante le gesta di Raimondo di Sangrò principe di Sansevero che partecipò appunto alla battaglia di Velletri.