
Terminate le festività ci ritroviamo tutti ad avere frigoriferi e dispense piene di prodotti acquistati per rendere ricche le nostre tavole conviviali ma magari in surplus rispetto a quanto abbiamo poi consumato. Inoltre, fra i propositi per il nuovo anno abbiamo messo quello di organizzare la nostra vita in maniera più sostenibile evitando lo spreco alimentare che è una questione che riguarda tutti e, per questo, è bene acquistare con moderazione ma è molto importante anche comprendere le indicazioni sulle date di scadenza dei prodotti confezionati, visto che troppo spesso finiscono nella spazzatura di casa grandi quantità di cibo normalmente commestibile.

Quali differenze ci sono tra scadenza e termine di consumo consigliato, e come vanno lette le diciture al momento presenti sulle confezioni?
La data di scadenza indicata sulle confezioni o sulle etichette con la dicitura “da consumare entro” seguita dal giorno e dal mese ci dice la data entro cui un alimento deve essere consumato. È presente sugli alimenti freschi (cioè tutto quello che deve andare nel frigorifero), come il latte, lo yogurt, i formaggi, i salumi affettati, la carne. Questo non significa che dopo questa data scatta un meccanismo di autodistruzione immediato: in alcuni casi è possibile una certa tolleranza, sempre che il prodotto sia stato conservato correttamente, ma comunque è bene non andare tanto oltre la data di scadenza e consumare a brevissimo il prodotto. Nel caso della carne e del pesce meglio non sforare il termine per non correre nessun rischio per la salute.
Il maggiore spreco avviene sui prodotti non appartenenti alla categoria del fresco come la pasta, la farina, i biscotti, che portano in genere la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro” con una data che indica fino a quando un prodotto, conserva le sue caratteristiche organolettiche, di gusto, aspetto e aroma in maniera ottimale ma. Dopodichè inizia il periodo in cui il prodotto inizia a perdere queste caratteristiche ma il processo è molto lento e rimane commestibile tranquillamente per settimane e anche mesi, se si rispetta un’adeguata conservazione. Più ci si allontana dalla data più vengono meno i requisiti della qualità del prodotto senza dunque che venga intaccata quello della sicurezza.
I prodotti da dispensa in genere possono essere consumati anche dopo due mesi dal termine minimo di conservazione; in linea generale più lungo è il termine minimo di conservazione previsto, maggiore sarà il margine di tolleranza.
Vediamo i suggerimenti per i principali prodotti di uso comune
IL RISO E LA PASTA
Sono prodotti secchi: possono essere consumati oltre la data indicata sulla confezione, anche uno o due mesi dopo. Attenzione però che non siano infestati da parassiti: presenterebbero impurità, grumi e buchi. I parassiti possono penetrare nelle confezioni di cartone e di plastica: meglio usare i barattoli a chiusura ermetica.
IL MIELE
Ha una vita lunghissima, rimane commestibile per anni dopo la scadenza consigliata. Se si cristallizza (fenomeno naturale) lo si può riportare allo stato liquido scaldandolo a bagnomaria.
LA FARINA
Può essere consumata anche dopo uno o due mesi dalla data dopo “consumare preferibilmente entro”. Se viene conservata in frigorifero anche di più. Deve essere buttata se c’è muffa o se ne sente l’odore, o se è infestata dalle farfalline.
I BISCOTTI E I CRACKERS
Possono essere consumati ben oltre la data di TMC, anche uno o due mesi: non c’è alcun rischio per la salute, ma potrebbero perdere in gusto e croccantezza.

IL PANE DA TOAST
Se aperto, non va conservato in frigo perché perde in fragranza. Dopo la scadenza o l’apertura va mangiato nel giro di una settimana. Un consiglio è quello di congelarlo porzionato: è comodo e antispreco.
L’ACQUA IN BOTTIGLIA
Il termine può essere sforato anche di 12 mesi, purché sia stata conservata in un luogo adatto e non abbia alterazioni del gusto né appaia intorbidita.
LA MAIONESE E LE SALSE
Si possono usare anche qualche mese dopo il termine consigliato, se chiuse, conservate alla temperatura giusta e non presentano muffe né odore di muffa.
L’OLIO
Mantiene più a lungo le sue caratteristiche se conservato al buio: meglio se è contenuto in una bottiglia di vetro scuro. Si può andare oltre la data consigliata controllando odore e gusto che non devono sapere di rancido.
LE SPEZIE
Possono essere usate anche diversi mesi dopo il termine di conservazione. Naturalmente più invecchiano, minore sarà l’aroma e il contributo che possono dare all’insaporimento dei cibi.
I PRODOTTI IN SCATOLA
Hanno subìto un processo di sterilizzazione. Superare anche di 12 mesi la data “consumare preferibilmente entro” non è un problema, a meno che la latta non risulti bombata o ammaccata.
I FORMAGGI FRESCHI
Si deteriorano presto: meglio consumarli entro la scadenza. In particolare vanno buttati se si formano muffe, se la confezione si rigonfia e se il loro sapore è acido o amarognolo.
I FORMAGGI STAGIONATI
In frigorifero durano settimane. Se si forma della muffa, si può rimuoverla e consumarli comunque: nei formaggi stagionati non riesce a penetrare; in quelli freschi e molli sì.
LE ACCIUGHE IN VASETTO
Andrebbero vendute nel banco frigo (in Italia non avviene). A casa meglio non riporle nella dispensa, ma direttamente nel frigo, anche se chiuse. Meglio consumarle nel termine consigliato.
IL LATTE FRESCO
Può essere consumato anche il giorno dopo la scadenza, scaldandolo bene: se è inacidito, con il calore formerà dei grumi sul fondo (allora meglio buttarlo).
IL LATTE MICROFILTRATO
Si può consumare anche qualche giorno dopo la scadenza. Se il contenitore si gonfia, meglio lasciar perdere (anche se ciò avviene prima della scadenza).
IL LATTE UHT
Ha una scadenza media di circa quattro mesi. In questo lasso di tempo il grasso potrebbe affiorare, ma non è un segno di degradazione. Non consumare se è inacidito. Una volta aperto va tenuto in frigo e bevuto entro 3-4 giorni.
LO YOGURT
Si può mangiare anche qualche giorno dopo la scadenza. Se il tappo si gonfia, però, è meglio non consumarlo (e questo vale anche se il cambiamento avviene prima della scadenza).
IL PESCE
Va consumato entro uno o due giorni e va nel ripiano più freddo del frigo. Se affumicato dura tre settimane quando è chiuso, due giorni se aperto.
LA MARMELLATA
In barattolo chiuso ha una durata di un paio di anni. Una volta aperta va tenuta in frigo. Attenti alle muffe: se si sviluppano è meglio buttare tutto.
I SALUMI
Confezionati possono essere consumati anche qualche giorno dopo la data indicata. Una volta aperta la confezione, però, vanno consumati entro due giorni.
LE CONSERVE SOTT’OLIO
Hanno una scadenza lunga. Meglio non superarla: l’olio infatti irrancidisce e compromette il sapore degli alimenti. Dopo l’apertura, conservare in frigo e finire nel giro di due settimane.
LA CARNE
Macinata va cotta entro 24 ore dall’acquisto; quella a fettine entro un paio di giorni; i pezzi interi (come l’arrosto) entro 3-4 giorni. Altrimenti meglio dividere in porzioni e congelare.
IL SUSHI E LE TARTARE
Il sushi e le tartare che arrivano dal banco frigo dei supermercati o sono stati presi da asporto vanno consumati il giorno stesso dell’acquisto. Il pesce crudo è un alimento molto delicato.
LE UOVA
Sono alimenti delicati. Meglio non oltrepassare la data indicata. In particolare nelle preparazioni a crudo (come il tiramisù, la maionese…) usare sempre uova freschissime.
LE PATATE
Non hanno data di scadenza né TMC. Non vanno in frigo, ma in dispensa: il freddo favorisce l’accumulo di zuccheri, il che in fase di cottura aumenta il rischio che si formino sostanze dannose.
LA FRUTTA
Ha una deperibilità molto variabile: si va dalle fragole, che durano al massimo qualche giorno prima di guastarsi, alle mele, che in frigorifero resistono anche settimane.
IL SALE LO ZUCCHERO
Il sale, lo zucchero, l’aceto, le caramelle sono prodotti per cui è la legge stessa a non prevedere la data di scadenza. Per via della loro composizione infatti non si deteriorano.