Secondo le stime europee l’80% degli adolescenti tra i 15 e i 16 anni consuma regolarmente alcol.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità classifica l’alcol tra le droghe, riconoscendolo come una sostanza tossica, psicoattiva e capace di creare dipendenza. Sebbene legalmente accettato, il suo impatto sulla salute e sullo sviluppo cerebrale, soprattutto nei giovani, è preoccupante.
L’alcol è un depressore del sistema nervoso centrale: mentre può sembrare che provochi euforia e riduca l’ansia, in realtà agisce inibendo le funzioni cerebrali, causando una diminuzione del controllo e una maggiore disinibizione. Per molti giovani, bere alcolici significa sperimentare sensazioni come una maggiore sicurezza e riduzione dell’ansia, un senso di appartenenza al gruppo ed un trasgressione sociale. Questi elementi creano una forte attrattiva, contribuendo alla formazione di dipendenza psichica e comportamentale.
Secondo le stime europee, l’80% degli adolescenti tra i 15 e i 16 anni consuma regolarmente alcol, mentre in Italia la percentuale sale all’84%, con il 45% che ha iniziato a bere a 13 anni o prima.
C’è una sostanziale differenze di genere: mentre il 12,4% dei ragazzi soffre di dipendenza da alcol, solo il 4,9% delle ragazze manifesta lo stesso problema. Tuttavia, il consumo femminile tra i 15 e i 24 anni è aumentato del 103% negli ultimi 30 anni
L’età più critica è tra i 12 e i 17 anni, con un’incidenza del 4,6%, che sale all’8,5% dopo i 18 anni. In molti casi, le persone che sviluppano dipendenza dopo i 30 anni hanno avuto la prima esperienza con l’alcol durante l’adolescenza.
Se da un lato il numero complessivo di adolescenti che bevono alcolici è in lieve calo, il rapporto ESPAD evidenzia un cambiamento preoccupante nelle modalità di consumo. Il cosiddetto binge drinking – ossia l’assunzione di grandi quantità di alcol in poco tempo – è in forte aumento tra i giovani.
Questo comportamento può avere conseguenze pericolose, tra cui la riduzione della capacità di giudizio, un maggior rischio di incidenti e comportamenti pericolosi e può provocare danni neurologici a lungo termine.
Perché gli adolescenti sono vulnerabili? Anzitutto perchè hanno difficoltà nel valutare le conseguenze dell’abuso di alcol. Poi c’è una forte influenza del marketing delle bevande alcoliche e la necessità di identificarsi nel gruppo e seguire modelli di riferimento.
Inoltre, l’abuso di alcol si associa spesso a disturbi psicologici preesistenti come ansia e depressione, rendendo ancora più difficile interrompere il ciclo di dipendenza.
Esistono alcune regole da tenere presenti se si vuole in qualche modo il problema. Per esempio, il divieto assoluto può essere controproducente: molti adolescenti tendono a ribellarsi alle imposizioni. Parlare apertamente con i propri figli fin da piccoli può aiutarli a sviluppare consapevolezza. Spiegare principalmente gli effetti dell’alcol sul corpo e sul cervello; far capire che prima dei 15 anni il fegato non è in grado di smaltire l’alcol correttamente; discutere delle etichette e della gradazione alcolica delle bevande e sottolineare la differenza tra uso e abuso.
Creare un ambiente familiare equilibrato, in cui l’alcol non sia un tabù ma venga consumato con moderazione e consapevolezza, può aiutare i ragazzi a sviluppare un rapporto sano con questa sostanza.