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Barbara Gazzabin-

                      LA CURA      

Il libro come salvezza dalla solitudine e dalla paura

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L’Amore è leggere le pagine spiegazzate di un libro destinato al macero, dimostrando così che se anche il tempo sembra sgretolare certi legami, i sentimenti restano eterni. E Marco Testi, insigne studioso e letterato con la sua ultima Opera “La cura”, intende offrire un valido escamotage nella ricerca del “vero” attraverso gli opposti che sublimano i contrasti creando armonia così facendo di “lacrime ornamento”.

L’Opera è un insieme di rivisitazioni letterarie su un unico fil rouge “la magia della lettura” che prende forma a mano a mano in un crescendo di emozioni con tutti i dubbi e le incertezze che portano a interrogativi spesso amletici e di difficili soluzioni, ma permeati da un humus di umano sentire che riscalda il cuore generando empatia e commozione.

Una prosa fluida e coinvolgente per un’ampia meditazione che rovista nei sogni, nelle aspirazioni, nelle delusioni in un’interazione tra i ricordi. Leggendo un libro si può comprendere sia tutto il retroscena storico culturale in cui è stato scritto, sia il modus operandi dell’Autore che, per sua peculiare sensibilità, rimane avulso e in un certo  modo anche refrattario alle pressioni esterne. L’arte non è serva di nessuno, al limite accompagna il suo tempo indicandone liberamente il pensiero, per poter fruire della sua globalità aiutandoci così a conoscere meglio noi stessi e il mondo in cui viviamo. Ecco la peculiarità della “cura” come salvezza non soltanto dalla solitudine e dalla paura, come dice il sottotitolo dell’Opera, bensì come acquisizione della capacità di buttarsi di getto inseguendo i sogni intrisi di stelle su trapezi di luce in un corto circuito tra l’euforia e la tristezza, il fascino e la malinconia stregata dal suo stesso guardare lontano tra incrostazioni di felicità e recitate euforie miste a lacrime.

Paura, speranza, tristezza, sentimenti che riempiono le pagine, capaci di spezzare il cuore ma anche di ricucirlo tremendamente vero. Cattedrali di interiorità, appassionata per il ritmo, la concentrazione, l’energia che fanno del tutto un autentico ritratto psicologico, un guardare dentro di sé da cui si esce inevitabilmente cambiati.   

Un saggio anomalo e originale, scritto da uno straordinario dilettante, sapiente come un vecchio Lama e divertito come un bambino, un puzzle giustapposizione acronica di insigni Autori e letterati a tutto campo in un arco illimitato di tempo per ricavarne un’interpretazione che si spande nei secoli. Una trattazione così compattamente addensata in soli nuclei che riesce però ad esercitare forze gravitazionali di potenza inaudita, perché è un imprinting che da lo slancio vitale a tutti coloro che, come Marco Testi, inseguono e perseguono i propri sogni nella speranza di riuscire a comunicarli con passione ed empatia.