Dopo il successo della miniserie televisiva “Se potessi dirti addio”, disponibile anche su Mediaset Infinity, abbiamo intervistato Simona Izzo per scoprire i retroscena del suo progetto, il lavoro con Ricky Tognazzi e i suoi impegni futuri.
Nella sua nuova fiction collabora ancora una volta con Ricky Tognazzi. Com’è lavorare con il suo compagno di vita e cosa apprezza del suo apporto tecnico e artistico?
“Noi ci compensiamo molto perché io sono più propensa alla scrittura, mentre lui si dedica a mettere in scena. Il nostro è un lavoro molto duro, ma facendolo insieme mi dà conforto. Quindi la nostra complementarità si riflette sia nella vita privata che nel lavoro”.
“Se potessi dirti addio” segna il ritorno nel piccolo schermo di Gabriel Garko e di Anna Safroncik. Sicuramente le emozioni saranno state tante e forti. Qual è stata la parte che ha preferito della realizzazione del progetto?
“Quando mi dedico a questo tipo di lavori cerco sempre il brivido. Di conseguenza, ai miei attori chiedo coinvolgimento, emozione, passione. Ci sono diverse scene che ora mi vengono in mente e che trasmettono tutto questo: la scena di passione sulla spiaggia, Elena che piange quando Marcello (Anna Safroncik e Gabriel Garko, ndr) viene arrestato. È un film fortemente emotivo e il personaggio di Garko, che erano anni che non trovava una storia, è proprio quello che crea forse più pathos e coinvolgimento, con i suoi tormenti e i suoi misteri. Allo stesso tempo il commissario, interpretato da Francesco Venditti, con i suoi occhi comunica perfettamente l’autorevolezza necessaria al personaggio”.
Da dove viene l’ispirazione per “Se potessi dirti addio”?
“L’ispirazione viene da un soggetto di Paola Pascolini. Un film civile di tutt’altra natura, sulle leggi riguardanti gli incidenti stradali. Ho adattato tutto questo alla mia ispirazione, perché mi piace parlare di amori difficili, irrealizzabili che poi si concludono in maniera positiva, con una conciliazione finale”.
La sua carriera è iniziata molto presto. Si può definire una storia d’amore quella tra lei e il mondo dello spettacolo?
“Sì, io ho cominciato all’età di cinque anni e posso dire che, se si vuole fare questo lavoro, non si può fare a meno di metterci passione e amore. È un mestiere in cui bisogna fidarsi di sé stessi. Non tutti possono vivere di arte, quindi, si è molto fortunati se si riesce a vivere della propria passione. Io mi sono innamorata del mondo dello spettacolo e la mia passione è diventata un mestiere.
Nella sua carriera c’è qualche collaborazione che ha un posto speciale nel suo cuore?
“Con Max Gazzè ho girato un film che si chiama ‘Lasciami per sempre’ insieme alla Bobulova, disponibile su Rai Play. Durante le riprese Max, che è un artista straordinario e sensibile, non ha avuto bisogno di essere diretto. Era istintivamente il personaggio che io volevo. Mi sono trovata molto bene anche con Ricky Memphis e Luca Zingaretti. In ogni collaborazione ho poi trovato qualcosa che mi appassionava”.
Quali sono i suoi progetti futuri?
“Il 4 settembre saremo a Palermo per la messa in scena di un testo teatrale di Cetta Brancato ‘La Santuzza’. Con questa pièce festeggeremo Santa Rosalia, la patrona di Palermo. Ci sarà Tony Sperandeo, Vincenzo Crivello e per ora siamo alla ricerca della protagonista”.
Ci piace concludere le nostre interviste con un vizio, un difetto e una virtù. Quali sono i suoi?
“Il vizio è scrivere, se non lo faccio è come se mi mancasse qualcosa. Il difetto è sicuramente il mio essere molto ambiziosa. Questo tratto mi fa avere molte aspettative su me stessa e non mi fa godere il successo. Mi sta succedendo anche ora con “Se potessi dirti addio” perché sono già proiettata su altro e spero sempre di migliorare, anche se il film ha avuto molta audience anche tra i giovani telespettatori. Infine, per quanto riguarda la virtù mi reputo una persona tenace. Ecco, ricordo sempre quando Arrigo Sacchi, rispondendo ad una giornalista che gli chiedeva se fosse intelligente, rispose: “ No, sono tenace”.