Il ballo è soprattutto un percorso mentale

La danza, per lei, è sempre stata il baricentro, il fil rouge di tutta la sua vita. Lo era già da piccolissima quando Sara di Vaira, nella scuola di danza di Cecina, muoveva i primi passi sulle punte, ispirandosi alle sigle di Lorella Cuccarini e Heather Parisi. La passione per il ballo l’accompagna anche durante la crescita e assume una connotazione più netta quando la danzatrice opta per l’indirizzo latino-americano, ottenendo un ottimo piazzamento prima a livello regionale, poi europeo e infine nel Campionato del Mondo del 2006.
La notorietà, per Sara, arriva con la partecipazione al dancing-show “Ballando con le Stelle” di cui continua ad essere una delle colonne portanti. Due anni dopo aver vinto l’edizione del 2019 in coppia con Lasse Matberg, la maestra di ballo decide inaspettatamente di lasciare il suo ruolo per vestire i panni di commentatrice a bordo campo insieme a Simone Di Pasquale, dando prova di competenza ed equilibrio mai disgiunti da umanità.
Cosa ha rappresentato e rappresenta per lei la danza?
Il miglior modo di esprimermi e mettermi in connessione con me stessa e gli altri, in
particolare con i bambini. Attraverso il ballo, infatti, riesco a comunicare efficacemente con i miei piccoli allievi, risolvendo i loro problemi di percorso e cercando di renderli persone migliori.

Come si è avvicinata a “Ballando con le Stelle”?
Nel modo più semplice: con un provino. Ero stata contattata come maestra di ballo anche l’anno precedente per i risultati raggiunti a livello agonistico, ma ho deciso di farlo l’edizione seguente un po’ per mettermi in gioco, un po’ per rivalsa personale. A tre giorni dal casting, ho sostenuto il colloquio con Milly Carlucci e da lì non me ne sono più andata.
Dopo il grande successo come maestra di ballo, ora ricopre il ruolo di “tribuno”. Quali nuovi stimoli le riserva?
Il primo anno, per me, non è stato semplice: mi veniva chiesto di giudicare o commentare l’esibizione dei miei colleghi. In quest’ edizione, per la prima volta, mi sento di indossare veramente i panni di “tribuno” e mi sto godendo il viaggio limitandomi ad esprimere un giudizio concreto e disinteressato.
La caratterizzano competenza e schiettezza, ma anche empatia. Quali sono, a suo avviso, i limiti che chi valuta non dovrebbe oltrepassare?
Il fatto che questi aspetti vengano recepiti mi rende molto orgogliosa: ritengo, infatti, che il rispetto per l’impegno altrui non debba mai mancare. Troppo spesso, all’ interno del programma, viene dato poco spazio al lavoro svolto durante la settimana dai maestri e dai talent che non si limita alla semplice preparazione di una coreografia, ma è soprattutto un percorso mentale fatto anche di emozioni e complicità.

Non le sembra che alcuni membri della giuria, ultimamente, li stiano superando? Mi riferisco al caso Madonia e agli attacchi rivolti a Giovanni Pernice.
Penso che la giuria, uno degli elementi fondamentali di “Ballando con le stelle”, possa anche avere un ruolo destabilizzante nel rapporto maestro-artista . Quest’ ultimo si fonda su un equilibrio talmente precario che, anche un semplice commento negativo, può rischiare di infrangerlo. Sta alla coppia in gara non cadere nelle provocazioni della giuria che, nel caso del 10 non dato a Giovanni Pernice e Bianca Guaccero, ha esagerato. Riguardo al caso Madonia, non sono in grado di giudicare dato che ci sono stati errori da entrambe le parti.