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Giorgia Gentili-

Ristrutturare casa: i bonus da conoscere per accedervi nel 2024

Un matrimonio, un nuovo lavoro, un figlio in arrivo, il trasferimento nella città che tanto amiamo, la voglia di cambiare. Le motivazioni che ci spingono a cambiare casa possono essere diverse e sia nel caso che la si acquisti sia che si vada in affitto, molto spesso un trasloco implica dei lavori per adattare l’immobile alle nostre esigenze.

La ristrutturazione di casa e l’acquisto degli arredi non è mai semplice, ma scelte logistiche ed estetiche a parte, da quest’anno è prevista tutta una serie di bonus che riguardano l’ammodernamento dell’edificio e l’acquisto dei mobili.

Bonus ristrutturazione

Con il bonus ristrutturazione si recuperano il 50% delle spese sostenute per un tetto massimo di 96 mila euro per immobile attraverso un rimborso Irpef. Ma chi può beneficiarne e quali sono i lavori ammessi?

Resta pressocché immutato quanto stabilito dalla legge di bilancio del 2022. Fino al prossimo 31 dicembre, quindi, i contribuenti potranno portare in detrazione fiscale le spese sostenute.

I lavori che possono essere eseguiti beneficiando del bonus sono:

  • La manutenzione ordinaria e straordinaria, il restauro, il risanamento conservativo e la ristrutturazione edilizia nei condomini.
  • La manutenzione straordinaria, il restauro, il risanamento conservativo e la ristrutturazione edilizia effettuati su singoli immobili di qualsiasi categoria catastale, comprese quelle rurali e le pertinenze.

Il bonus può essere applicato anche sull’acquisto di materiali, dunque anche sui lavori effettuati in proprio.

Possono beneficiare di queste detrazioni tutti i soggetti chiamati al pagamento delle imposte sui redditi, anche se residenti fuori dall’Italia. Nello specifico, i soggetti che possono godere del bonus sono: proprietari o nudi proprietari, titolari di un diritto reale di godimento (usufrutto, uso, abitazione o superficie), locatari o comodatari, soci di cooperative divise e indivise, imprenditori individuali per gli immobili non rientranti fra i beni strumentali o merce e soggetti che producono redditi in forma associata.

Inoltre, in alcuni casi possono accedere al bonus anche i futuri acquirenti dell’immobile in questione, purché sia stato firmato il contratto preliminare di compravendita.

Infine, la comunicazione all’ENEA è obbligatoria solo in caso di lavori con finalità il risparmio energetico. La comunicazione va inviata entro i 90 giorni dalla fine dei lavori.

Bonus mobili ed elettrodomestici

Non solo ristrutturazione, manutenzione e ammodernamento. Con il bonus mobili ed elettrodomestici si può recuperare il 50% delle spese sostenute per l’acquisto degli arredi e grandi elettrodomestici di classe energetica elevata per un massimale di 5 mila euro per l’anno corrente.

L’accesso al bonus è collegato a interventi di recupero edilizio e la detrazione verrà ripartita in dieci rate annuali di pari importo.

Ecobonus

L’ecobonus può essere richiesto da persone fisiche, dai contribuenti titolari di reddito d’impresa, dalle associazioni di professionisti, dalle società semplici, dagli enti pubblici e privati che non svolgono attività commerciale e dagli istituti Autonomi Case Popolari.

L’agevolazione è riservata a immobili già esistenti di qualsiasi categoria catastale anche rurali e pertinenze. L’accatastamento resta uno dei requisiti principali per beneficiare dell’ecobonus; tuttavia ci sono poi dei casi particolari in cui il bonus può essere applicato anche su immobili collabenti, in corso di definizione o in corso di costruzione.

Le detrazioni vanno dal 50% all’85% anche in base ai tetti massimi che variano a seconda dei diversi interventi. Se i lavori supereranno i limiti stabiliti dalle tabelle, non si potranno applicare le relative detrazioni.

Sisma bonus

Come per gli altri bonus, anche in questo caso i contribuenti potranno detrarre parte delle spese sostenute dalle imposte sui redditi. La detrazione del 50% può essere applicata sui costi sostenuti a partire dal 1º gennaio 2017 al 31 dicembre 2024 e va calcolata su un limite massimo di 96 mila euro, per unità immobiliare e per ciascun anno. La percentuale aumenta quando gli interventi riducono il rischio sismico di 1 o 2 classi e quando vengono effettuati su parti comuni di edifici condominiali, arrivando anche all’85%.