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Scuola e dipendenza da smartphone tra i giovani: scatta il divieto

Anno scolastico 2025/2026 al via con una grande novità: niente smartphone in classe, nemmeno nelle scuole superiori. La circolare messa a punto dal Ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, dopo aver esteso il divieto a elementari e medie, ora intende applicarlo anche agli istituti superiori.

Come funzionerà il divieto secondo Valditara

Ecco quindi che negli orari di lezione lo smartphone dovrà rimanere spento in classe. Le scuole decideranno autonomamente le modalità di applicazione, ma sono previsti accorgimenti per eccezioni legate agli studenti con bisogni educativi speciali. Inoltre si sta valutando l’utilità di consentire l’uso di dispositivi in alcuni indirizzi di studio particolari. Una stretta di vite questa che mira a ridurre le distrazioni in classe, a vantaggio del profitto degli studenti. Chi non rispetterà la regola potrebbe incorrere nelle sanzioni previste dal regolamento d’istituto, inclusa una possibile irrogazione disciplinare.

Quali sono le motivazioni che portano al divieto

Alla base della misura, il ministro Valditara cita dati che chiamano in causa l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) sull’uso degli smartphone tra i giovani che oggi pare abbia raggiunto valori pari ad una vera e propria dipendenza. Stando alla ricerca condotta dall’ISS, oltre il 25% degli adolescenti presenta un uso problematico dello strumento, con effetti negativi su salute e sulle relazioni interpersonali. Dal San Raffaele di Milano fanno sapere che il 38% dei ragazzi tra i 13 e 19 anni presenta problemi di sonno direttamente collegati all’abuso del cellulare. Inoltre c’è da considerare anche che tra i 14 e i 17 anni in assenza di dipendenza dai social, il rendimento scolastico inferiore alla media riguarda il 13,7% dei ragazzi mentre chiamandoli in gioco questa quota si eleva al 26,8%. L’obiettivo finale è dunque quello aiutare i giovani a “disintossicarsi” dall’uso dello smartphone.

foto @pixabay.com

Social per minori: cosa fare

La normativa messa a punto da Valditara che vuole gli smartphone spenti o consegnati prima dell’ingresso nelle aule non fa che andare a ribadire l’importanza di vietare l’uso dei social network ai minori di 15 anni, favorendo l’attenzione educativa dando così più incisione alla didattica frontale e laboratoriale. Il ministro a tal riguardo porta ad esempio l’Australia, che ha già vietato i social ai minori di 16 anni, prendendola così a modello di confronto internazionale.

Pertanto una volta che il divieto sarà applicato alle superiori come ci si auspica, sarà da dipanare la problematica delle esenzioni e quali strumenti di supporto dovranno scendere in campo per i casi di necessità educativa. Inoltre la discussione su una legge nazionale apposita per i social ai minori proseguirà a ritmo serrato in questi giorni di avvio dell’anno scolastico, con l’obiettivo di un’adozione tempestiva e coordinata, anche a livello europeo.