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Clara Mennella-
24/07/2024

Vivere in coppia ma separati. Segreto di Felicità?

Foto Pexels-rdne

“Quando ho una storia d’amore trovo molto importante che lui viva nella sua casa e io nella mia. Ci incontriamo quando ne abbiamo voglia, ci divertiamo, poi lui torna a casa sua e io a casa mia” è quello che ha dichiarato in un’ intervista Amanda Lear, donna che la vita l’ha cavalcata in pieno. Questo pensiero negli ultimi anni è sempre più condiviso, in tutte le parti del mondo, al punto che al fenomeno è stato dato un nome che è LAT, acronimo di Living Apart Together, che in italiano significa Vivere Insieme Separati.

Dopo il fenomeno dei “Separati in casa” abbiamo dunque il contraltare di chi è “Unito fuori casa”? Il LAT, Living Apart Together, è una modalità di vivere la relazione di coppia in cui, pur in presenza di intimità e passione, si decide di comune accordo di non vivere sotto lo stesso tetto. È giusto e fa bene alla coppia adottare uno stile di vita che preveda il vivere separati?

Partiamo ovviamente dal concetto che ogni persona e ogni coppia è un universo a sé stante, quindi è impossibile definire delle linee guida valide per tutti. Per quanto riguarda le coppie LAT cominciamo con il considerare le ragioni per le quali si sceglie la “non-convivenza” e dobbiamo farlo al netto delle situazioni obbligate, come possono esserlo la distanza geografica e gli impegni di lavoro o familiari, ad esempio figli nati da relazioni precedenti che si vuole tutelare.

Parliamo di quelle persone che preferiscono mantenere la propria indipendenza e privacy seppur in una relazione significativa, esclusiva o addirittura matrimoniale.

Alcuni esperti sono del parere che questa scelta sia in realtà una non-scelta, una moda che permette di non mettersi in gioco fino in fondo, di mantenere un pensiero ego-riferito, cioè orientato solo alle esigenze personali, senza troppa disponibilità ad accogliere l’altro, insomma una soluzione semplice per sfuggire le piccole o grandi discussioni legate alla gestione quotidiana.

Ma qui sta il punto, se avessero invece ragione? Perché è successo a tantissime persone di veder naufragare un grande amore proprio perché soffocato da tante piccole abitudini e atteggiamenti che non si riesce a condividere e tollerare.

Liberare la gioia dello stare insieme da tutto questo non potrebbe essere la via per garantire la durate dell’innamoramento?

Foto: Cottonbro per Pexels

Vero è che, sia l’opzione di convivere che quella di mantenere le distanze, presuppongono innanzitutto che la scelta sia totalmente condivisa e che, ovviamente, sia riferita a coppie che non hanno figli in comune e che non ne stanno programmando. In questi casi è possibile pensare al limite all’avere camere separate mantenendo lo stesso tetto oppure, in presenza di figli grandi, pensare a due appartamenti autonomi ma comunicanti.

Certo, detto così sembra bello, ma vogliamo analizzare l’aspetto economico? Specie nelle grandi città non è nelle possibilità di tutti mantenere due appartamenti, sicuramente è più sostenibile dividere l’affitto, il mutuo e le spese.

Una cosa è bene specificare: LAT non significa affatto coppia-aperta, l’autonomia non autorizza a vivere storie al di fuori della coppia, a meno che questa non sia un’altra decisione condivisa, ma se in uno dei due la fiducia vacilla, decade il concetto di autonomia nel quotidiano ma non nel sesso e nei sentimenti.

Convivenza si, convivenza no è quindi una scelta davvero difficile e, più si analizzano i pro e i contro, più si fa avanti l’indecisione.

Le riflessioni conclusive possono essere a grandi linee due; la prima è che i partner che decidono di vivere separati ci devono essere sempre sia nei momenti di gioia che in quelli di dolore, la seconda, tristemente vera, è che si può essere molto distanti pur dormendo nello stesso letto o condividendo lo stesso divano.